STORIE VERE
STORIA N.1 Sento di stare per morire I miei primi attacchi di panico sono iniziati quando avevo diciotto anni. Ricordo ancora oggi quella cena tra amici durante la quale all'improvviso mi sentii molto male. Ebbi per la prima volta la sensazione di stare per morire, insieme a dei sintomi tipo il tremore, la sudorazione, le palpitazioni e la mancanza d'aria. Subito i miei amici mi portarono a casa e da quel periodo iniziò il mio tentativo, tramite molteplici consulenze specialistiche, di trovare un perché a questo apparente malessere inspiegabile. Col tempo, anche attraverso l'aiuto di diverse letture sono arrivato a capire che si trattava di D.A.P. Attualmente ho 30 anni, lavoro in una fabbrica molto vicina alla mia abitazione e mi sono anche sposato. Gli attacchi si sono ripetuti nel frattempo con scadenze medie di qualche mese l'uno dall'altro. Sono stato fortunato perché mia moglie é molto comprensiva, ma a tutt'oggi la mia vita risulta notevolmente vincolata da questo tipo di disturbo che mi crea notevoli difficoltà nell'allontanarmi da casa e nel sentirmi a mio agio con gli altri. Mia moglie è da alcuni mesi in stato di gravidanza e spero vivamente di non trasmettere al mio futuro figlio questa malattia.
STORIA N.2
Il mostro dietro le spalle
Scrivo anch'io per il
problema degli attacchi di panico!
Non avrei mai immaginato
che nella vita si potesse stare così male, perché tutto sommato, mi
ritengo una persona libera, ma da quando soffro di DAP vivo come
rinchiusa in un carcere dal quale non riesco a fuggire!
Tutto è iniziato nel
settembre del '97, in seguito al terremoto in XXXXXX! Durante la
seconda scossa ho avuto il primo attacco. Sapevo che dovevo uscire di
casa, ma non riuscivo a muovermi. Il secondo attacco l'ho avuto sei
mesi più tardi, mentre ero dalla parrucchiera (dove avevo sentito
un'altra scossa) e poi il più terribile in macchina in una galleria
(ancora mi chiedo come ho fatto ad uscirne, visto che ero sul punto di
svenire!).Di lì, a susseguirsi, ansie anticipatorie e un nuovo
attacco l'anno scorso in vacanza,fino a quel momento meravigliosa (mi
sentivo guarita!)mentre ero a cena: non riuscivo più a deglutire e mi
sentivo soffocare!!!!
Per mia fortuna, sono
stata subito curata da una brava psichiatra con XXXXXXX da 0,25 e dal
XXXXXXX e gradualmente ho smesso tutto in un anno per poi
ricominciare, col XXXXXX per due mesi, dopo l'episodio estivo. La
dottoressa, mi ha spiegato che se non funziona la terapia
farmacologica, bisogna andare ad indagare nel profondo e così, nel
novembre del '99 ho iniziato una psicoterapia. A Natale, ho avuto una
fortissima depressione (volevo morire) che, ho poi qualificato, come
una profonda crisi esistenziale che mi ha molto avvicinato alla fede,
vista non come ancora di salvataggio, bensì come una seria analisi
sul senso della vita anche, se poi, mi è stata di grande aiuto una
mezza pasticca di XXXXXXX (un altro antidepressivo) che sto iniziando
a non prendere più. Sono stata anche da un simpaticissimo agopuntore
che mi ha prescritto i fiori di Bach.
Ho alle spalle una litigiosissima
famiglia, con una mamma malata per ben sei anni, di un linfograniloma,
quando io avevo 11 anni e poi guarita. Un matrimonio durato tredici
anni, dal quale ho avuto una figlia di 11 anni, sfociato poi in un
divorzio da un marito anaffettivo al
massimo. Dal '96 ho cambiato città ed ora ho un compagno molto
affettuoso e molto forte di carattere e lavoro in casa per seguire la
famiglia. Stranamente, nel momento in cui dovevo finalmente stare
bene.......mi sono scavata la fossa da sola!!!!! So per certo,
che è solo questione di tempo, ma che
prima o poi uscirò fuori da questo problema, come ne sono uscite
molte mie amiche e amici (sembra proprio che ne soffra molta gente!).
Mi sono state di grande aiuto alcune letture, ma altre mi hanno
totalmente terrorizzato!!! Per cui, penso che sia giusto fare molta
attenzione a cosa si legge quando si è affetti da DAP.
Ora, non mi resta che trovare il bandolo
della matassa, per poter finalmente eliminare questo mostro che mi
alita da dietro le spalle, anche se ho capito che quel mostro non sono
altro che io e che devo imparare ad amare anche questa parte di me,
che non mi piace (per il momento) affatto.....
STORIA N. 3 E' stato bello raccontarsi un po'
Sono XXXXXXX, soffro di D.A.P., sono
ipocondriaca, depressa, ma giuro, ho tanta voglia di sconfiggere tutto.
Il primo attacco si manifestò nel 98, quando, insieme al mio ragazzo,
decidemmo di farci una canna (adesso ho 28 anni e al momento non avevo
tutta questa voglia di condividere un qualcosa, che a tempo debito,
ritenevo superflua). Il mio ragazzo aveva 6 anni meno di me e questo era
già fonte di insicurezza. I miei, sembrava non volessero saperne di
accettare quel nuovo amore, così vivevo conflitti sia con l'anima che
con il resto del mondo . Torniamo a quel benedetto stupefacente...in me
ha avuto un effetto pazzesco (tachicardia, senso di soffocamento,
sensazione di perdita di controllo, paura di morire). Tutte queste
"splendide sensazioni " si ripetono a tutt'oggi. Ho preso
diversi farmaci, ma continuo a stare male. Mi fidavo degli psicologi, ma
il primo attacco si e' verificato proprio durante il periodo della
terapia, che e' iniziata nel 94. Adesso ho deciso di mettermi nelle mani
di uno psichiatra, ma nonostante le cure, sto tanto male.... cerco di
darmi forza, ma in quei momenti il controllo non e' possibile. Ho
scoperto per caso questo sito e penso che è stato bello raccontarsi un
po'.
STORIA N.4 Perché il sintomo mi si ripresenta sempre quando sto meglio? Sono una ragazza di 23 anni e da 7 anni soffro di crisi di attacco di panico con fobie. Le mie crisi nel corso degli anni sono state variabili, con disturbi maggiori o minori, senso di svenimento ecc. In tutto questo tempo sono stata anche bene , però nel momento in cui stavo meglio e avevo fatto dei progressi, superando anche parecchie fobie, subito dopo mi ritornava l'attacco di panico, facendomi precipitare nella più totale disperazione. Perché il sintomo mi si ripresenta sempre quando sto meglio? Malgrado sia venuta a conoscenza della psicoterapia cognitivo comportamentale, non sono mai andata in terapia per problemi economici . Finora mi sono curata con l'omeopatia, ma so che ciò non basterà.
STORIA N.5 Come sarà il mio futuro? Sono FXXXXXXXX ed ho 25 anni e da qualche mese soffro di attacchi di panico. Li sto curando con una terapia farmacologica che sta funzionando bene, anche se mi è rimasta molta paura addosso e non riesco ancora ad affrontare senza traumi i supermercati. In questo periodo, fra l'altro, sono ingrassata e questo mi crea dei problemi, visto la mia insicurezza di base. A volte penso che questa cura possa aver contribuito a questo aumento di peso e che mai mi toglierò di dosso questo disturbo che, nel suo piccolo, ha cambiato la mia vita e l' ha resa più difficile. Dovrò affrontare tante cose nella vita....mi voglio sposare..... voglio avere dei bambini ed ho paura anche ad andare al supermercato. Come sarà il mio futuro?
STORIA N.6 Prendo vari farmaci Sono MXXXX, ho appena visitato il vostro sito e in molte cose ho trovato un po' di conforto. E' circa 11 mesi che soffro di panico. Tutto è cominciato una notte... che non riuscivo a prendere sonno, poi sudorazione, nausea e soprattutto un grande dolore davanti al petto. La mattina sono andata dal mio medico curante, che mi ha detto:- E' stress!!!- Soltanto che, tornata a casa, i sintomi non cessavano, anzi....Sono tornata dal mio medico, il quale mi ha fatto un elettrocardiogramma e mi ha mandata di corsa al Pronto Soccorso, dicendomi che forse potevo avere una lesione al cuore(anche se lui sosteneva di mandarmi solo per precauzione, per scrupolo). In effetti la lesione al cuore non c'era, o meglio non era mai esistita, ma io sono rimasta spaventata a morte...e adesso...da circa 1 mese.... ho paura di soffrire di una malattia incurabile alla testa (il dottore dice che gli attacchi di panico, mi provocano i mal di testa e la sensazione di vuoto), ma io sono terrorizzata; ho paura di morire. Sto prendendo vari farmaci, ma gli attacchi continuano a venire...
STORIA N.7 Mi voglio sfogare un po'
Soffrire di questa malattia, mi sono resa
conto che, è la cosa più brutta del mondo, soprattutto se non hai
nessuno vicino..... nemmeno il tuo moroso! La prima crisi l'ho avvertita
nel settembre 99, il primo giorno di scuola, in una classe nuova dove
non conoscevo nessuno, i sintomi provati erano a me sconosciuti:
tachicardia, mancanza d'aria, senso di soffocamento. Dopo varie
ricerche, ricoveri ospedalieri, esami, mi venne detto che soffrivo di
"attacchi di panico" e i dottori mi prescrissero degli
psicofarmaci, che io non comprai neppure. E da allora ho vissuto una
crisi più o meno forte quasi tutti i giorni. Sono sempre stata una
ragazza molto attiva, scalmanata..... quasi un maschiaccio! Ero sempre
al centro dell'attenzione di tutti, passavo la domenica in pista a
girare con la mia moto, mi piaceva la velocità! Mi piaceva divertirmi e
far divertire gli altri. Adesso non riesco neppure ad andare in
macchina. Io ho 20 anni e da 2 mesi non esco più con il mio moroso, con
lui ho passato ben 4 anni e solo adesso che lui non c'è più, mi rendo
conto che la causa era lui. Ero innamorata persa, lo so, ero anche molto
stupida, più me ne combinava, più me la prendevo e alla fine sono
scoppiata. Adesso sto un po' meglio, non prendo più il XXXXXXXX e
conosco gente nuova, mi distraggo.Io penso che queste crisi siano un po'
un'ingiustizia......tanti giovani della mia età, compreso il mio ex
moroso, fanno uso di droghe e abuso di alcool e stanno molto meglio di
me, (di noi che soffriamo ingiustamente) che non ne faccio uso. Le
guerre che ci sono state tra me e il mio ex, sono state per la maggior
parte dovute al fatto che lui fumava. Adesso sono fatti suoi, l'unica
cosa che rimpiango è che non me ne sono accorta prima, ma come si
dice:"meglio tardi che mai!". Ho sofferto troppo.....
Ringrazio questo sito per avermi dato la possibilità di sfogarmi un
po'!
STORIA N. 8 Vorrei uscirne, ma non so cosa fare Mi chiamo XXXXX, ho tre figli, un marito e un lavoro. Gli attacchi di panico, che la mia psicologa definiva attacchi d'ansia, sono iniziati dopo la nascita del mio primo figlio e si sono aggravati fino alla nascita della terza figlia. All' inizio non capivo che cosa mi capitava, perché 17 anni fa non sapevo neppure che esistessero e comunque non sapevo neppure spiegare cosa mi succedesse. Solo molto tempo dopo, attraverso i giornali e la televisione, ho capito di cosa si trattasse. Nessuno mi capiva, ne mi credeva, così ho cominciato ad evitare qualunque cosa: uscire da sola per strada, frequentare luoghi affollati, guidare l'auto etc. Dopo la nascita della mia terza figlia, praticamente non vivevo più, mi vergognavo da morire e non sapevo cosa fare. Quando ho capito che cosa avevo e mio marito ha cominciato a credere che stavo veramente male, anche grazie ad alcuni amici, ho avuto una leggera ripresa. Ho ricominciato a guidare (senza andare in autostrada o attraversare gallerie) e sono riuscita ad uscire qualche volta da sola, anche se per brevi tratti. Adesso sono in una situazione di stallo. Esco solo se accompagnata da mio marito o da qualche amica, guido la macchina solo se accompagnata, riesco a fare solo pochi metri da sola e non riesco a stare in mezzo alla folla. Vorrei uscirne, ma non so cosa fare, ne soprattutto a chi rivolgermi.
STORIA N. 9 Teniamo duro Ciao, amici accomunati dalla "disgrazia"dei DAP!!! Mi chiamo RXXXXXXXX ed ho 27 anni. Il mio primo incontro con il mostro risale al marzo del '97, quando, entrata in un ristorante, mi sono sentita male (voi già conoscete i sintomi).Da quella sera tutto è cambiato: non sono più uscita da sola, non ho più guidato ecc. ecc. Dopo tanti sacrifici, terapie psico-farmacologiche (mai terminate) sono migliorata molto, ma che fatica!!!Vivo dei momenti terribili, ma mi sforzo, anche se la mia vita è completamente cambiata. D'altronde la bacchetta magica non esiste e...speriamo che presto Dio e i medici ci possano aiutare... CE LA DOBBIAMO FARE...CASPITA!!!! Comunque sono sollevata del fatto che ci sia qualcuno con cui parlare dei DAP (intendo qualcuno che sappia cosa realmente si provi). TENIAMO DURO, ciao RXXXXXX.
STORIA N. 10 Imparate ad accettarvi Sono un uomo di 38 anni, il mio primo attacco di panico è arrivato all'età di 18 anni. Da allora molte cose sono cambiate (in meglio), ho una famiglia e due stupendi bambini. L'incubo degli attacchi è sempre rimasto, ma la realtà nel vedere il "mostro" è notevolmente cambiata. Attualmente sono nella condizione di poter comandare le situazioni. Tutto ciò è frutto di tanto sacrificio e molta pazienza.Questa mia lettera vuole essere solamente un messaggio a chi, purtroppo, si trova oggi, davanti a questo problema. Il messaggio è di coraggio, forza e fiducia nei propri mezzi, la lotta non serve, perché lottare contro se stessi è la cosa più difficile al mondo. Imparate ad accettarvi e ad accettare con estremo ottimismo ciò che la vita vi riserva. Un grosso in bocca al lupo!
STORIA N.11 Ho cominciato a pensare a me stessa Sedici anni fa, una mattina verso le 05,30, stavo andando in macchina a lavorare, all'improvviso mi sono sentita assente e non riuscivo a capire dove ero. Un forte terrore mi aveva colpito, riuscivo a ritornare a casa, ma ero disperata. Da allora e' cominciato il mio calvario, perché, per andare al lavoro dovevo sempre avere qualcuno che mi accompagnasse.Sono passati mesi e poi anni, in cui purtroppo non riuscivo a stare da sola. Allora decisi di accettare l' aiuto di mia cognata che era disponibile a tenermi compagnia. Poi 12 anni fa, ho incontrato un ragazzo. La nostra storia e' stata un colpo di fulmine, perché dopo un mese abitavamo già insieme ( con me abita anche mia madre che e' vedova e che non ce la farebbe a vivere con le 700.000 lire al mese di pensione, anche perché deve usarne una buona parte per le medicine ). Successivamente mio marito mi ha aperto gli occhi, facendomi notare che i piaceri che mi faceva mia cognata erano causati dal fatto che io, giorno dopo giorno, le davo un piccolo compenso in soldi. Quando le ho chiesto se aveva bisogno anche lei di me, mi ha risposto che sono solo un' handicappata e che non servivo di certo a lei che sapeva fare tutto. E' stato brutto aprire gli occhi, però sono riuscita a tirare fuori tutta la rabbia che c'era in me e soprattutto ho cominciato a farmi rispettare. Da quel momento ho cominciato a sentirmi forte, a non preoccuparmi per gli altri, e a pensare soprattutto a me stessa.
STORIA N.12 Il mio fidanzato ha gli attacchi di panico Ho trentasei anni, sono fidanzata con un ragazzo trentatreenne, che da almeno 4 anni non riesce ad entrare in una autostrada, una galleria o un ponte, perché soffre di attacchi di panico.Prima di quella data tutto era regolare, poi.... il lavoro nuovo molto impegnativo, la fidanzata dell'epoca (ora ex) che insiste per partire per le vacanze e dopo alcuni litigi la successiva partenza.Imboccano l'autostrada e alla prima galleria lui blocca la macchina, scende e dice che non ce la fa a proseguire .Così, di punto in bianco....Quando lo conosco, mi racconta di questi episodi, ai quali, al momento io non do molta importanza, anche se percepisco il suo disagio per non riuscire ad affrontare nemmeno un week-end in montagna.Una domenica, siamo in gita in collina e mentre ci troviamo vicino ad una scarpata, lui ferma lo scooter, è bianco come un lenzuolo, le mani sono sudate.......Decidiamo di tornare a casa e comincia a vedere uno psicologo, col quale risalgono a problemi di rapporto col padre, da sempre troppo esigente con i figli.Dopo 10 mesi di terapia settimanale, senza ausilio di farmaci, decide (tutte decisioni prese senza pressioni da parte mia) che dobbiamo andare a xxxxxxx per il matrimonio della sorella ( a cui tiene molto): guido io naturalmente, rigorosamente su strada statale, quindi senza costrizioni e mi rendo conto che comunque, per lui è una agonia. Il medico prescrive lo xxxxx, da prendere al bisogno: ne ha presi 4 ma non gli hanno fatto il minimo effetto.Ora ha deciso che andremo a xxxxxxxxx per un' altra ricorrenza (400 km circa) anche perché in questo lasso di tempo ha perso di vista la nonna novantenne a cui è sempre stato molto legato ed è terrorizzato dall'eventualità che possa mancare senza che lui l'abbia rivista. Che succederà questa volta?
STORIA N.13 Panico e altre brutte compagnie Ciao a tutti! Volevo testimoniarvi la mia lotta di 15 anni con il panico e la depressione. Il primo attacco di panico l' ho avuto a 25 anni ed e' stato drammatico. Successivamente ho fatto le consuete analisi, che non hanno dato però nessun risultato. Il mio medico mi ha parlato di stress e mi ha dato un blando ansiolitico. A distanza di tre giorni il secondo attacco, poi il giorno dopo, il terzo, in una escalation drammatica. I miei genitori conoscevano bene una psicologa freudiana e ho cominciato la terapia. Ma i risultati non venivano, anzi peggioravo e al panico si associarono diversi tipi di somatizzazione(nausea,cefalea,mal di pancia,dolori muscolari). Cambiaipsicologo, ma non cambiarono i risultati: stavo sempre peggio. Subentrarono altri problemi: insonnia,inappetenza e depersonalizzazione. Provai da un altro psicologo e neanche lui mi dette farmaci. Cominciai a cadere in depressione e a perdere giornate di lavoro. Quattro anni fa mi decisi e andai da uno psichiatra che mi somministrò le prime pastiglie. Ma i risultati non vennero. Fui ricoverato per tre mesi in XXXXXXX e sottoposto a bombardamento farmacologico senza risultati soddisfacenti. Cambiai 3 psichiatri: ognuno mi diede cure diverse, ma io continuavo a star male. Fui ricoverato altre 3 volte e alla fine credo di aver provato una trentina di diversi psicofarmaci. Nel novembre dello scorso anno, ormai senza speranza, tentai il suicidio coi farmaci: fui salvato per caso perché mia moglie rincasò prima del previsto. Ennesimo ricovero lungo in ospedale e ennesimo psichiatra consigliato da un collega che era stato guarito da una grave forma di depressione bipolare. Il 3 gennaio mi recai, senza molta fiducia, da questo neuropsichiatra che mi fece una visita di due ore (rispetto ai 20 minuti cui ero abituato). Disse a me e a mia moglie che ero in una situazione grave, ma che ce la potevo fare abbinando ai farmaci (che mi cambiò) la psicoterapia cognitiva. Uscii dal suo studio con una strana fiducia. Cominciai la terapia farmacologica e la psicoterapia e dopo un mese e mezzo, incredibilmente, panico, somatizzazioni, depersonalizzazione e insonnia sparirono. La depressione continuò a tormentarmi per altri mesi, ma in misura sempre minore. Ultimamente il panico non è più comparso nemmeno per un secondo e la depressione è assolutamente tollerabile. Prendo ancora medicine, ma sto diminuendo lentamente i dosaggi. Spero che questo mio messaggio possa servire come speranza per tutti coloro che ancora soffrono di queste malattie. Un abbraccio a tutti!
STORIA N. 14 Nonostante quest'apparente situazione positiva...... Sono una ragazza con una situazione familiare ottimale, un lavoro gratificante, anche a livello sociale e un rapporto di coppia meraviglioso.Nonostante quest'apparente situazione positiva, da qualche tempo mi ritrovo a convivere con un "male oscuro" che mi vincola in ogni cosa.Al solo pensiero di andare in un luogo chiuso (ristorante, discoteca, ...) mi prende il panico ... e, armata di coraggio... quando, mi decido ad andarci, passo il tempo a "parlare" con me stessa convincendomi che il tremore, la sudorazione alle mani, l' accellerata palpitazione del cuore, sono solo cose che mi metto in testa ... eppure mi fanno star male e mi perseguitano.In quegli attimi vivo in un mondo mio, osceno e nulla mi consola ... e tutto mi sembra ruotare intorno a quel mondo: un INCUBO!.Sono stata in terapia (breve!) da uno psichiatra il quale mi ha diagnosticato l'attacco di panico, unito a ciò che lui definisce senso di irrealtà, perché alle volte non mi sembra di vivere le cose in prima persona, ma di smaterializzarmi e guardare le cose al di fuori del mio corpo: come se vivessi in un film ... estranea alle sensazioni dirette.Mi ha così prescritto una cura a base di xxxxxxx, da me interrotta più volte: appena mi sentivo meglio, smettevo ... al ritorno del problema, riprendevo: da vera incosciente!!!.Ci tengo ad informarvi che ho passato un anno della mia vita con una persona violenta, la quale scaricava su di me la sua rabbia e le sue frustrazioni ... picchiandomi e violentandomi psicologicamente: avevo il terrore di lui, eppure non riuscivo a lasciarlo. Geloso, morboso, mi riempiva di sensi di colpa e per la paura che usasse forza su di me o che mi facesse fare brutte figure davanti a terzi, non frequentavo più nessuno e cercavo di evitare di incontrare persone amiche (uomini) perché temevo che mi si avvicinassero dandomi confidenza (magari un semplice bacio o una stretta di mano) e che lui, sapendolo o vedendomi, mi massacrasse (termine da lui usato spesso).Minacciava la mia famiglia e, nonostante il profondo amore che ai miei familiari mi lega, era riuscito ad allontanarmi da loro ... e io lo facevo per tutelarli e proteggerli (insomma, se con qualcuno doveva prendersela, con me, e non con altri!!!).Ora che non è più nella mia vita, mi chiedo spesso se il disagio che ora provo, può essere derivato dai postumi di quella brutta situazione ... magari l'ansia, la rabbia e la paura accumulati. La mia vita attualmente avrebbe tutte le caratteristiche per essere meravigliosa ... anche un matrimonio alle porte con la persona che amo tantissimo ... solo che, l'attacco di panico mi fa troppo spesso cadere in uno stato devastante.
STORIA N. 15 Sarei disposto a tutto! Mi chiamo XXXXXXX e ormai da 3 anni soffro di attacchi di panico ogni volta che mi trovo a guidare da solo (in compagnia mai) l'automobile, soprattutto la notte, al ritorno a casa (quasi mai quando esco) in autostrada, e .... con attacco certo in caso di maltempo. Questa cosa mi ha condizionato la vita!!!!!.....Ho il terrore, in tali condizioni,.......che l'attacco si manifesti....ed evito di uscire!!! Se esco devo avere il cellulare carico e pronto...ai primi sintomi chiamo qualcuno per chiacchierare....è il mio unico metodo, per placare (almeno in parte) il disturbo. Svolgo l'attività di promotore finanziario (libero prof.) e mi occupo soprattutto di BORSA (dal 94).....succube di tutte le fluttuazioni (anche emotive del mercato e dei clienti) che la contraddistinguono...(non ho costruito un gran che...). Da diversi anni mi sento passivo e insoddisfatto ditutto ciò che mi accade....(con la ragazza compresa......visto che cerco gratificazioni da altre ragazze..). A volte ho tuttavia dei momenti di euforia, quando mi sento apprezzato e in compagnia. Dormo pochissimo la notte, al mattino sono uno straccio, crollo dalle 18.30 fino alle 20.00, poi divento un grillo fino alle 3-4 del mattino. Non ne posso proprio più!! Ho pensato di rivolgermi ad un medico, ma ho paura che la prescrizione di farmaci mi renda dipendente, visto che se trovassi un rimedio a tale disturbo non lo lascerei MAI! Sarei disposto a tutto! Anche alla cocaina per capirci...e...io sono uno che non ho mai fumato uno spinello in vita sua per principio!!!!!DETTO TUTTO!!!
STORIA N.16 E' possibile che sia tutta colpa della tiroide? E ormai un anno che che ne soffro ,almeno cosi' mi dicono....I primi sintomi furono, insufficenza respiratoria, il cuore che sembrava pronto per fermarsi e il tremolio.Il mio medico mi mandò a fare tutta una serie di analisi compreso RX, ma i risultati andavano bene:la diagnosi fu di stress.Durante l'estate queste crisi si sono accentuate, fino ai giorni nostri.Nei negozi e specialmente a casa, la sera, quando mi stendo sul divano...Mi è diventato impossibile dormire tranquillamente,sono aumentata di peso, ho inziato a perdere i capelli, ma il peggio è che tutte le mie giornate sono condizionate da questi sintomi passeggeri.Pensando di farcela da sola a superare il tutto, non mi sono più rivolta a nessuno.Purtroppo sbagliavo...Dopo una crisi che mi ha fatto vivere due giorni da schifo, sono ritornata dal mio dottore.Mi ha rifatto fare tutte le analisi e in più quella del controllo ormonale e mi ha mandato da un neurologo.Mi domando: è possibile che un cattivo funzionamento della tiroide causi questi sintomi? Si possano confondere con ansia o attacchi di panico?
STORIA N.17 Comunque tengo duro... Mi
chiamo xxxxxx e ho 27 anni.
Vorrei andare alla radice del male
Sono un ragazzo di vent'anni, soffro da un
paio di mesi di attacchi di panico, o meglio soffrivo, dato che dopo
le prime volte, ho imparato a prevenirli e stroncarli sul nascere,
anche grazie all' uso del farmaco che lo psichiatra mi ha
prescritto.Questi primi attacchi mi hanno lasciato però come
strascico una costante iper-vigilanza emotiva, che non so se definire
ansia.... Inoltre, quando compio sforzi fisici sportivi, il battito
del cuore accellera molto e mi sono trovato molte volte sull' orlo di
una crisi, anche se prima ero tranquillo e rilassato. Insieme agli
sport evito alcool e caffé, perché ho paura che possano portarmi
alla perdita del controllo.
Spesso mi domando se, per combattere e
vincere l'ansia che gli attacchi di panico comportano, è necessario
rivolgersi anche allo psicoterapeuta, oltre che allo psichiatra:
infatti mi sembra che i farmaci combattano solo i sintomi, mentre io
vorrei andare alla radice del male che mi ha colpito....
STORIA N. 19 Ho perso tempo e felicità La prima crisi da d.a.p. l'ho avuta a 20 anni. Dopo un'estate d'inferno, ho ripreso una vita diciamo normale, ma mai più come prima, nel senso che, pur non avendo avuto attacchi di panico per otto anni, ho sempre vissuto nella paura che potessero ripetersi. Quindi, per esempio, ho evitato di allontanarmi più di tanto da casa (es. viaggi all'estero, aerei e così via). A 28 anni (ora ne ho 33) è arrivata la seconda crisi, dopo una banale influenza curata con antibiotici: sono stata malissimo per cinque mesi,durante i quali riuscivo a fatica ad alzarmi dal letto. Successivamente sono stata bene....sono riuscita persino a viaggiare da sola( grande impresa!). A 32 anni la terza crisi e spero che sia l'ultima. E' durata tre mesi, durante i quali non riuscivo a camminare per l'ansia di svenire. Attualmente sono in uno stato di profonda prostrazione perché mi rendo conto di aver perso anni della mia giovinezza, senza averne avuto la possibilità di goderne appieno.Le mie coetanee hanno girato il mondo ed io sono come un invalida, pur essendo molto sportiva e dinamica, ho perso tempo e felicità, registrando ritardi con l'università e nel mondo del lavoro.In famiglia ho mio padre che soffre di ansia da sempre, che io mi ricordi...anche lui agli "arresti domiciliari" per tanto tempo: da pochi anni prende alcuni farmaci e sembra che stia meglio. Lo sto incominciando ad odiare perché lo ritengo responsabile di questi miei handicap...
STORIA N. 20 Che cosa mi succede? Innanzitutto vi faccio i complimenti per il servizio che mettete a disposizione... Sono un ragazzo di 25 anni che non capisce cosa gli sta accadendo. Tutto è cominciato qualche settimana fa quando, in occasione di una nascita in famiglia, mi sono recato all'ospedale per fare visita al familiare. All'interno del reparto ho cominciato ad accusare un senso di vertigini, palpitazioni e debolezza.Nei giorni seguenti ho avuto inappetenza e stanchezza fisica ingiustificata, perché non avevo fatto sforzi fisici. Ho cominciato ad aver paura che fosse qualche malattia, così mi sono recato dal medico che non mi ha riscontrato alcun male organico (nemmeno dagli esami del sangue che mi aveva prescritto risultava qualche cosa). Mi ha diagnosticato uno stato d'ansia dovuto a stress e mi ha prescritto un medicinale. Anche nei giorni successivi il senso distanchezza non si era alleviato, allora sono andato da un altro medico e questo invece mi ha diagnosticato un primo stadio di depressione misto al dap.Dopo aver accusato dei dolori al torace ho fatto anche un elettrocardiogramma per paura di avere qualcosa al cuore, ma tutto è risultato regolare. La stanchezza è quasi passata, ma ho ancora palpitazioni e dolori al torace, soprattutto quando mi trovo in una situazione di stress, quando sono in un luogo chiuso(cinema), in un luogo affollato o quando con me ci sono persone particolarmente nervose. Non riesco veramente a capire cosa mi stia succedendo, ma comincio ad avere il morale sotto le scarpe.
STORIA N. 21 Per fortuna che ci sono le scale! Sono divorziata e ho due figli. Ho un lavoro abbastanza soddisfacente e la mia condizione, nel suo insieme, posso considerarla piuttosto positiva. In passato, essendo stata malata di depressione, mi sono rivolta ad un medico, il quale mi ha curata a lungo e, l'occasione mi è servita, anche per far luce su svariati sintomi, che il medico in questione, con estrema "serenità", ha identificato con il nome di "attacchi di panico". Sintomi che ricordo di aver avuto fin da piccola, ma ai quali nessuno era stato in grado di dare un nome, benché fossi seguitissima dalla mia famiglia; è pur vero comunque, che io stessa non sapevo descrivere ciò che provavo, perché mi vergognavo, a tal punto che ero arrivata a convincermi di avere una tara mentale (pazzia) che mi sarei trascinata per tutta la vita. Poi, a 30 anni, ho avuto il mio secondo figlio, il parto e un insieme di situazioni (madre possessiva e matrimonio assolutamente insoddisfacente)mi hanno fatto cadere in una depressione reattiva dalla quale ne sono uscita solo dopo circa 6 anni.In questa fase molto dolorosa, ho preso importanti decisioni che hanno totalmente stravolto la mia vita e di cui sono a tutt'oggi soddisfatta e sempre più convinta. Il mio problema però resta l'ansia, che si manifesta, secondo le circostanze della vita, in svariati modi, ma quasi sempre abbastanza gestibili, tranne in alcuni casi. Ad es. gli aerei, gli ascensori e circostanze in cui, sola in macchina, devo raggiungere località, anche se di breve distanza.E' ovviamente superfluo sottolineare quanto tali occasioni siano difficili da affrontare, ma ancor più limitative: ad es. la programmazione di un'eventuale vacanza in un luogo lontano, dove l'aereo costituirebbe l'unico mezzo di trasporto, oppure un semplice spostamento in macchina (in estate-città/mare). Fortunatamente, almeno per quanto riguarda l'ascensore, la situazione è molto più sopportabile, anche perché qualunque stabile è dotato di scale!
STORIA N. 22 Maledetto DAP! Dopo 12 anni mi sono ritornati gli attacchi di panico con la conseguenza di dover sopportare tutti i malanni che essi comportano. Ho 48 anni ed esercito la professione di commercialista. Penso che questo male debba essere contrapposto al bene, ossia bisogna amarlo come un componente di te stesso.Devi renderlo partecipe ai tuoi progetti, ai tuoi sogni, alle tue imprese, devi comunicare con esso....vedrete cari amici che alla fine si stancherà e troverà altre strade da percorrere. Sono consapevole che che non ce la farà mai a farmi morire, anche se è sua intenzione di farti aver paura della paura di morire. Sono in cura presso uno psicologo. Ho tanta voglia e forza di apprendere e di avere nuove consapevolezze, sono quest'ultime che ti danno la forza, senza sforzarsi, di reagire. Cari amici, siate fiduciosi, amate la vita, createvi nuove opportunità, ce la farete, così come sono sicuro anch'io di farcela. Tutt'ora sono in una campana di cristallo, ma non vedo l'ora di distruggerla e riconquistare la mia libertà.
STORIA N. 23 Ce la sto facendo
Ciao ragazzi. Sono un ragazzo di 23 anni
e soffro, anzi soffrivo, visto che ora non voglio più esserne
schiavo,di attacchi di panico da più di un anno. Ero terrorizzato.
Ora ho ancora un po' di paure, ma grazie al mio medico, a qualche
psicofarmaco e alla mia psicologa, ne sto uscendo.Calcolate che io,
dopo i primi attacchi, mi sono sentito un idiota. Uno psicopatico
buono a nulla, con il terrore della morte. Morte e DAP erano
compagni dei miei giorni. Mi inibivano qualsiasi cosa. Anche il
semplice andare a passeggio coi miei amici o l'andare a ballare.
TUTTO ERA STRESS ED ANSIA!!! Ora non è che siano sparite del tutto
queste paure, però sono sulla buona strada. Ho ancora il terrore di
sentirmi male, soprattutto quando sto da solo e la paura di una
morte imminente, ma questi pensieri non sono più martellanti come
prima. E questo grazie anche a tutto ciò che mi sta insegnando la
mia psicologa e che mi fa vivere con molto meno stress di prima.
Intendiamoci: le mani sudate ce le ho ancora spesso durante la
giornata e molte cose mi causano pensieri negativi incontrollabili,
ma almeno riesco a vivere con la certezza che il peggio è passato e
che presto ne uscirò... anzi ne sto già USCENDO!!! D'altra parte
lo stress si può controllare, ma non eliminare, visto che l'assenza
totale di stress è morte e la sua presenza in quantità
sopportabili è vita!!!
E questo accadrà anche a voi. Basta che
vi fate un po' di forza, che abbiate il coraggio di curarvi (magari
andando da uno psicoterapeuta, perché non è più disonorevole di
andare da un ortopedico... anzi è molto più coraggioso: è sintomo
di consapevolezza dei propri limiti e volontà di superarli) e che
teniate duro. Non prendete le cose che non riuscite a fare come una
sconfitta. Vuol dire che è destino che ora sia così. Ma è
transitorio.Ciao a tutti e in bocca al lupo. E ricordatevi che
nessuno di noi morirà mai di attacchi di panico e che si possono
sconfiggere. Vedrete: tutti insieme ce la faremo! Basta crederci e
volerlo con tutte le nostre forze.
STORIA N. 24 BASTERANNO? SONO UN RAGAZZO DI 22 ANNI E DA CIRCA
1 ANNO SOFFRO SALTUARIAMENTE DI ATTACCHI DI PANICO. FINO AD ALLORA
NON SAPEVO NEMMENO CHE ESISTESSERO DELLE SENSAZIONI COSI TERRIBILI.
PREMETTO CHE SONO UN RAGAZZO MOLTO ATTIVO. STUDIO, LAVORO, FACCIO
SPORT, MI DIVERTO CON AMICI,E NON HO MAI
STORIA N. 25 L'assedio si può rompere
Vorrei anzitutto, ringraziare gli
amici del CISP, che non conosco, ma stimo e apprezzo la loro
missione e tutti coloro che hanno pubblicato le loro storie, che
mi hanno fatto più effetto delle benzodiazepine che vivono con me
da molti anni.Ho 45 anni, sono un dirigente d'azienda e vi
racconto la mia storia, emblematica e strana per certi versi, che
inizia, o termina secondo i punti di vista, a 18 anni: influenza,
letto, dolore alla testa = cancro al cervello. Niente di vero,
nemmeno un valore del sangue fuori posto. Così ho iniziato a
convivere con uno scomodo me stesso, ho iniziato a cercare di
controllare qualcosa di incontrollabile. Senso di soffocamento,
vertigini, Dio l'infarto: adesso muoio e nessuno mi può salvare.
Uscivo solo con la mia ragazza, mi spaventavo di banalità, stavo
bene solo in casa, inventavo malattie inesistenti per dormire con
i miei. Raccontai tutto al mio medico, che mi prescrisse un
farmaco. Vivevo un pò meglio. Poi 3 anni dopo il primo lavoro a
tempo determinato, fu un dramma, accettai perché non potevo
giustificare un rifiuto, ma mi licenziai 3 giorni prima della
scadenza dei tre mesi. Pensai, non mi richiameranno più, sono
salvo. Invece mi richiamarono per assumermi a tempo indeterminato.
Quella era la fine: significava entrare in un incubo. Furono 10 o
15 giorni vissuti come voi sapete, poi un mattino mi alzo: sparito
tutto, tutto davvero, solo un po' di nervosismo saltuario. Mi
sembrava di aver spalancato la finestra di una casa rimasta al
buio per troppo tempo e di aver visto il sole e respirato la
brezza del mare. Fu un periodo magnifico, poi 3 o 4 anni dopo, a
seguito di un abbassamento di pressione, visione annebbiata,
sudorazione, il mio nemico tornò a farmi compagnia e non mi ha
lasciato più. Ho fatto terapia di gruppo, psichiatri, tutto
inutile. Con l'aiuto di un farmaco, sempre lo stesso, ho vissuto
male, ma ho vissuto e continuo a vivere: mi sono laureato, ho
girato il mondo in aereo anche se ieri ho preso la macchina e a
metà strada sono tornato a casa. Sono sposato, ho una figlia, ho
cambiato lavoro più volte, migliorando sempre. Anch'io, come
molti di voi, sento di essere uno spettatore che vede la sua vita
scorrere sullo schermo, vivo momenti di irrealtà e di panico
acuto e durante le crisi mi ripeto: non è vero, calma, stai bene
anche se ti senti svenire. Certo, sapere che dipendo da una
pasticca presa a ritmi precisi, giocando sempre d'anticipo, e a
dosi variabili secondo i periodi, non mi rallegra, ma dico questo
per darvi una speranza, l'assedio si può rompere,
coraggio.........mi piacerebbe però anche andare oltre e vincere
del tutto la mia battaglia. Come posso fare?
STORIA
N. 26
Impariamo a viverlo
Ciao a tutte le vittime della atroce epidemia da attacchi di panico! Io mi chiamo xxxxxxx e ho diciassette anni. Cinque mesi fa ho avuto il primo attacco-terribile.......naturalmente!Poi ne ho avuti altri due, anche se meno forti. Nella mia lettera non ho intenzione di specificare il quando,il dove,il perché. Sono convinta che dare i particolari sia solo un modo per incrementare le possibili "situazioni"in cui la vittima possa avere un attacco!Così se dirò che l' ho avuto al cinema,magari proprio tu che stai leggendo,quando ci andrai penserai"oddio,potrei averlo anche io qui"quindi non dirò nulla !Beh,anche io sono vincolata da tutto ciò,ma è destino e come tale ho intenzione di viverlo, fino in fondo! Ultimamente ho imparato ad auto sminuirmi e penso che tutto ciò possa servire a sdrammatizzare il tutto. Provate a prendervi un po' meno sul serio! L'attacco è un vero schifo,nel vero senso della parola,ma non sono delusa o arresa, sono semplicemente in..zzatissima! Mi piacerebbe materializzare il problema e stroncarlo con un bel cazzotto (prego la redazione di non censurare) perché è questo che ognuno di noi vorrebbe! Cosa fare?Nulla,o meglio,se volete misurarvi con prove di coraggio fatelo,(come uscite varie ecc...)ma aspettatevi sempre il peggio,e se foste colti da malore,non correte a casa,ma vivetelo,fino in fondo. Sarete stremati,feriti,impauriti,ma in parte avrete vinto!Se stare a casa vi infastidisce,questo è il mio consiglio,altrimenti state tranquillamente al riparo,per ricaricarvi,come sto facendo io.....Certo non sto sempre in casa, ma mi prendo il mio tempo! Quando non sopporterò più di doverci stare,allora mi armerò di coraggio e affronterò il il mio nemico,trasformandolo in uno stupido impiccio!Ce la farò?Boh, ma qualcosa otterrò, anche a costo di arrivarci con mille ammaccature! Tanto di dap non si muore!!!!!!Siamo solo noi,che ci stiamo colpevolizzando per un qualcosa che forse non sappiamo nemmeno o che non abbiamo mai fatto!!In questo periodo sto riscoprendo alcune cose e valori che prima di avere gli attacchi avevo completamente smarrito!Ero una ribelle scatenata,non studiavo,mi facevo le canne e tante altre cose,ma non ero veramente felice,mai completamente serena,sempre insoddisfatta!Ora, per lo meno ho riscoperto l 'essenza della vita, anche grazie ad un uomo,uno psicoterapeuta che mi ha parlato francamente,anche se andare a fare questa brevissima terapia, è stata durissima!In sintesi il mio consiglio è: andiamo avanti, strisciando, in ginocchio, rotolando, forse solo così riusciremo a dare un senso a questo schifo di problema, che se ci penso, un senso non ce l'ha proprio! C'è capitato così,fra capo e collo,vivetelo come se aveste a che fare con un gran "rompipalle", ridetegli in faccia!!Non sarà come ridere in faccia a se stessi,credetemi.....Tanto in questi momenti c è anche un forte senso di depersonalizzazione......e allora, chi siamo lo scopriremo vivendo tutto ciò.......magari questo farà di noi delle persone migliori!
STORIA N. 27 Si può parlare di disturbo di attacchi di panico? Da una sera dello scorso Luglio incomincio ad accusare difficoltà respiratorie. Ovviamente, ciò mi induce anche una certa paura e tensione, in quanto, almeno per me, lesensazioni di soffocamento provocano molta paura. La sera stessa,infatti, mi faccio accompagnare da mio padre al Pronto Soccorso, dove mi viene diagnosticata una faringite. In realtà, era da quasi un mese che avevo la gola arrossata (senza però accusare alcun dolore ed altro fastidio) e, soprattutto, nessun problema a livello respiratorio.Passa il sabato e la domenica e la mia situazione rimane più o meno stazionaria. Lunedì pomeriggio mi dirigo da un allergologo, il quale, dopo avermi fatto le prove allergiche ed avermi visitato, mi constata un po' di depressione. Perciò mi suggerisce alcuni farmaci, tra cui un antidepressivo. Appena tornato a casa faccio unapuntura con tale antidepressivo...la sera vado a dormire, sembra senza problemi, ma appena addormentatomi mi sveglio abbastanza violentemente, in quanto non riuscivo a respirare bene. Bene, per tutta quella notte non ho chiuso occhio; non so cosa mi sia successo, ma ho incominciato ad avvertire una certa tachicardia, nonché un senso di agitazione generale. Inizialmente ho pensato che la causa di tutto ciò fossero stati gli antidepressivi (che,infatti, non ho più preso).Passano i giorni e i problemi di respirazione sembrano attenuarsi, ma intanto, sopraggiungono i problemi di tachicardia. Successivamente comincio ad accusare frequenti giramenti di testa (si chiamano vertigini?) che in un paio di casi mi costringevano a stare a letto, in quanto mi risultava difficile mantenere l'equilibrio.Faccio le analisi del sangue (compresa la tiroide ed urine) e tutti i valori sono corretti (nemmeno uno sbagliato). Così, continuando ad accusare tachicardia, decido di andare dal cardiologo. Mi sottopongo ad ECG ed ad unaecografia del cuore (non so di preciso come si chiami) e cosa risulta? Ho un cuore correttamente funzionante e senza alcun problema. Ovviamente, ciò ha portato una certa tranquillità circa le mie condizioni di salute. Attualmente, i sintomi che provo sono tachicardia (anche se in forma molto leggera e solo in alcuni momenti), difficoltà respiratorie (le quali non mi incutono più paura come all'inizio) e, sembrano essere quasi completamente scomparsi i giramenti di testa.Sto prendendo xxxxxx da 0.25 in compresse. Ne prendo solo uno la sera prima di dormire. Si può parlare di disturbo di attacchi di panico?
STORIA N. 28 Andrà avanti tutta la vita così? Buongiorno,
mi chiamo xxxxxx ed ho 25
anni.Da circa 1 anno e mezzo soffro di attacchi di panico.Il
primo episodio si verificò ad un karaoke - bar e pensai, al
momento, che forse era tale locale (che ho frequentato per anni)
a causarmi tale malessere.Invece quello fu il primo di una lunga
serie di episodi, che si sono presentati anche al di fuori del
locale.Generalmente sono sempre scossa, agitata, e spossata.
Sono in cura con xxxxx 0,50 da Dicembre, e ne assumo fino a 6
compresse al giorno, con però scarsi risultati.Non dormo la
notte, ho sempre un "dormiveglia" leggerissimo che
scompare al primo rumore che sento: lì comincia una tachicardia
forte, mi manca il respiro....Nelle situazioni più pesanti,
durante il giorno, mi si chiudono a pugno le mani, la bocca è
serrata, sento un prurito agli occhi, fatico a deglutire (anche
se sono al bar tranquilla con persone che conosco: debbo stare
attenta a deglutire qualsiasi cosa), non riesco più a parlare,
mi tremano le gambe, mi gira la testa, non riesco a tenere nulla
in mano e continuo a muovere la mandibola o il naso.
Questa situazione ha avuto un
episodio significativo un paio di settimane fa: nonostante il
farmaco, mi si sono "bloccati" occhi, gola, bocca,
guancia dx, le mani, e tremavo come una foglia.Al pronto
soccorso mi hanno fatto 2 flebo di vitamine ed altro....
Sono giorni che non dormo più,
e non riesco a lavorare.Ho pensato tante volte, dalla
disperazione, specialmente di notte, di farla finita.In vacanza,
in questi giorni, non sopportando nemmeno il minimo spostamento
di chi mi dorme accanto o rumore, ho pianto ...e mentre piangevo
avevo una frenesia addosso anormale, tale da farmi pensare di
buttarmi dal balcone.Ho chiesto aiuto a 7 medici, psicologi ed
altrettanti psichiatri, ma ho capito che innanzitutto, i
problemi che mi portano questi disturbi li debbo combattere da
sola....Da sola, al momento non ci riesco,....e il farmaco, non
mi fa più nulla.La mia vita è un inferno.Mi hanno prescritto
altre diazepine da assumere con il mio farmaco, ma danno
l'effetto opposto, e mi rendono ancora più ansiosa e frenetica.
Non mi ritengo una depressa,
perché lo sono stata e so cosa vuol dire: per un soggetto come
me, poi, anche un antidepressivo mi causa questi
"blocchi" agli arti ed alla muscolatura, quindi niente
da fare....sono solo stanca di condurre una vita orribile,
pensando a tutta la vitalità che c'è in me, soprattutto,
frenata tutti i giorni dalle cose più banali......Ho sofferto
in passato di depressione, esaurimento nervoso, anoressia,
bulimia,....adesso che ho un atteggiamento più deciso e
positivo per affrontare le difficoltà, non riesco comunque ad
andare molto lontano....Andrà avanti tutta la vita così? Io
sono esausta, delusa, stanca.......
STORIA
N. 29
Mi piacerebbe... Ho 38 anni e da quando ne avevo 12 soffro di attacchi di panico, sebbene c'è stato un lungo periodo in cui mi ero illuso di esserne guarito. La leggenda vuole che i miei primi attacchi di panico scaturirono da postumi di una paraotite che lasciarono il sistema nervoso scombussolato, ma non ho mai approfondito questo aspetto. Le cure sono state sempre di tipo farmacologico, sebbene di natura blanda. Ricordo che durante questi attacchi (che adesso si ripresentano in modo oltretutto similare) si presentavano dei formicolii agli arti e alle tempie che si propagavano per tutto il corpo, paralisi alle dita che non potevo più piegare, e via di questo passo. La respirazione poi era a ritmi vertiginosi. Con le cure e col tempo queste crisi sono scomparse per un certo periodo (qualche anno) per poi ricomparire sporadicamente.Gli ultimi due anni sono stati particolari: pieni di stress e di fobie che mi hanno portato ad avere nuovi attacchi, ho cominciato ad avere paura di morire, ho razionalizzato troppo fino ad avere uno stato depressivo molto accentuato, crisi respiratorie improvvise, tachicardia e quant'altro. Le paure si sono accentuate anche dal momento in cui ho cominciato a soffrire di vertigini. Queste ultime mi davano un senso di estraneamento dalla realtà, sono diventato (sono ritornato?) ad essere agorafobico, in cerca di spazi chiusi e piccoli, in cerca di protezione insomma..........Il fatto più drammatico invece è che non riesco ad avere un rapporto di fiducia con trattamenti di vario genere, mi sento insomma non guaribile. Non voglio assolutamente assumere farmaci, prendo al limite la camomilla o compresse di valeriana, ma senza che m'illuda su particolari benefici. Non credo molto nella psicoterapia, insomma sono diventato scettico su tutto.Qualche tempo fa facevo sport quasi a livello agonistico, corsa di fondo, anche più di due ore, stavo bene e non pensavo neanche lontanamente di poter avere una recidiva.il tutto è nato da uno stop improvviso a causa di una tendinite, qualche giorno di riposo e sopraggiunsero ripetute extrasistoli che mi mandarono letteralmente in panico.... non volli più allenarmi....avevo paura di un infarto. Insomma la situazione cominciò a precipitare.In questi ultimi tempi il più banale dei dolori mi mette ansia, da una settimana ho un continuo formicolio alle labbra, che a tratti diventa un vero e proprio bruciore.Gli episodi di exstrasistole si sono ripresentati e le mie capacità di autocontrollo non sembrano ottimali: sono sempre sul punto di stare male, in "all'erta" per un eventuale attacco di panico...e non voglio assumere farmaci pesanti per non diventare passivo e inebetito.....mi piacerebbe non pensare che un formicolio debba per forza essere l'anticamera di un infarto o di qualche altro malessere, e cercare di vivere anche gli stress della vita ordinaria in maniera più serena........
STORIA N. 30 Mi bastava respirare per sentirmi felice
Salve, ho 31 anni e mi posso
definire una ex dappista. Tutto nella vita potevo aspettarmi,
meno che di soffrire di attacchi di panico, ma a quanto pare
uno non smette mai di conoscersi e di riconoscere i propri
limiti, proprio come ho fatto io tre anni fa.Alla fine di un
rapporto di convivenza durato sette anni, esausta delle
continue violenze psicologiche e fisiche, riuscii a lasciarlo.
Così dal giorno alla notte..... sparire per sempre senza
lasciare più tracce di me. Si così è stato..... dopo
l'ennesima violenza fisica decisi di andarmene per sempre
lasciandomi alle spalle ricordi belli e brutti, ma fatti anche
di tanto dolore, alla rincorsa di un amore malsano, che non
c'era se non in apparenza, perché chi ama non può fare così
del male.Avevo imparato ad essere cattiva, ad urlare, gridare,
a ripararmi dalle continue lotte, fisiche e morali, ma non ero
più in grado di sopportarne ancora.
Andavo contro i miei principi,
contro la verità, contro me stessa.
Fine della storia..... i primi tre
mesi li ho trascorsi girovagando a casa di amici, senza fissa
dimora, avendo relazioni con uomini ma non legandomi a
nessuno, la cosa strana e che provavo una felicità esagerata,
tutto mi entusiasmava, in maniera direi eccessiva, sembrava
che il mio cervello si fosse liberato di un fardello che
trascinava da anni e ora aveva voglia di recuperare tutto
quello che aveva perduto.
Incominciai a dormire e mangiare
poco, trovavo fosse una perdita di tempo, avevo un laboratorio
artistico, mi esprimevo a livello pittorico in maniera
esaltante....per poi arrivare al crollo.Si il crollo..... il
mio corpo non c'è l' ha fatta più e ho incominciato ad avere
dei collassi nervosi, proprio io, no.... ma come è possibile
mi dicevo, tremori, ronzii alle orecchie, agorafobie, flash ad
occhi chiusi, paura di impazzire al punto di desiderare di
farla finita.Brutta storia........ a raccontarla mi sudano le
mani sulla tastiera, ma è il mio passato scolpito a caldo
sulla mia mente, ed è questo il punto....Finirà del tutto?Mi
sono curata con dei farmaci che un neurologo mi aveva
prescritto, ma dopo tre mesi mollai tutto. Ora vado da una
psicoterapeuta, sto meglio, questo è sicuro, ho ripreso a
vivere quasi nella completa normalità, dico quasi, perché a
volte le paure mi assalgono e comincio a tremare. Ho paura che
i ricordi abbiano creato delle congetture mentali che sono
difficili ormai da debellare. Passerà tutto un giorno, io lo
spero, perché a volte ho nostalgia della serenità, del fatto
che mi bastava respirare l'aria per sentirmi felice.....
STORIA N. 31 Attacchi di panico: la guarigione è dentro di noi. Salve a tutti mi chiamo CXXXXXX e ho 21 anni.Questa vuole essere una storia di speranza per tutte le persone che non vedono via d'uscita da questo tunnel schifoso che è quello degli attacchi di panico. A luglio dell'anno scorso ho avuto il primo attacco,mi sono svegliata una notte sudatissima e con la paura di morire.Mia madre ha già sofferto di questo male così ha subito capito di cosa si trattava.Non volevo ammettere a me stessa di essere malata così per qualche mese sono andata avanti a stare male senza dirlo.Quando mi sono decisa i miei genitori,i miei amici e il mio ragazzo mi sono stati molto vicini e grazie a loro ho deciso di farmi vedere da qualcuno più competente.Sono andata da uno specialista, con pochissima fiducia.Mi ha dato la dose minima e per le prime due settimane ho avuto un peggioramento tremendo.Sono passati solo sette mesi da quei giorni.Non prendo più nulla e sto molto bene.La guarigione però non sta ne in uno specialista ne in un farmaco ( anche se possono aiutare), sta solo dentro di noi.Sta a noi dire a questa malattia che siamo più forti e che siamo in grado non di farla sparire, perché sarà sempre una nostra compagna, ma perlomeno di tenerla a bada e di permetterci di vivere una vita normale.Io sono rinata...
Se vuoi continuare a leggere altre storie scegli uno dei seguenti collegamenti: -storie con le paure e le fobie -storie con gli attacchi di panico -storie con i disturbi alimentari -storie con le ossessioni e le compulsioni -storie con i disturbi sessuali -storie con i problemi di coppia -storie con la tossicodipendenza
>>> ritorna alla homepage <<<
Copyright
© CENTRO ITALIANO
SVILUPPO PSICOLOGIA cod. fisc. 96241380581
|